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CULLA Ripensare gli oggetti

CULLA
Ripensare gli oggetti

Un lavoro che fa pensare al valore e invita a dare una seconda opportunità, con l’obiettivo, forse utopico, 
di restituire una collocazione nel presente ai materiali di scarto



questo fine, però, richiede l’umiltà di inginocchiarsi a raccogliere ciò che è stato abbandonato, ma soprattutto la capacità 
di immaginazione per riuscire a vedere, oltre la polvere, le infinite potenzialità delle cose
la rinascita degli oggetti diventa risposta principale ai problemi della sovrapproduzione e dello smaltimento di rifiuti 
e allo stesso tempo permette di creare nuovi oggetti utilizzando parte di quelli vecchi.
collocare nel punto di maggior rilievo lo scarto è un tentativo di creare uno spostamento del punto di vista dal vuoto 
al pieno di valore, grazie al gesto umano.




“La memoria è ricoperta da strati di frantumi d’immagini come un deposito di spazzatura, dove è sempre più difficile che una figura tra le tante riesca ad acquisire valore.”
Italo Calvino, Lezioni americane. Sei proposte per il nuovo millennio, Mondadori, Milano: 2015, p.93-94




SCOPRIRE

La soffitta di casa mia è un luogo in cui le storie dei singoli individui si accavallano, creando un nucleo di ricordi familiari, 
formati da composizioni surreali di oggetti inutilizzati, rotti o sostituiti, appartenenti a generazioni passate, dai quali, 
per motivi di affetto e probabilmente per un “problema genetico”di accumulazione, non riusciamo a separarci.

Immergendomi nel caos di questo luogo, lo sguardo vaga nelle stanze disabitate, prive di persone ma comunque piene 
delle loro vite, e scorge dei particolari da cui viene attratto, cogliendo bellezza dove sembra che non ce ne sia.

Questa prima fase ha lo scopo di rivalutare questi materiali, che oggi consideriamo rifiuti, attraverso la fotografia, che simula 
lo sguardo intento a ricordare gli aneddoti e le storie scaturite da ogni singolo oggetto.









SCEGLIERE

La seconda fase: la scelta e la catalogazione degli oggetti di cui la polvere nasconde la bellezza.

Li ho scelti con cura, provando a collocarli in uno spazio neutro, osservando se, fuori dal tempo che ne ha determinato l’usura, fossero possibili 
altre opportunità per elevarli dal loro stato. 

Durante la seduta di ritratto l’oggetto imprime la sua traccia sul telo bianco, posizionato non tanto come protezione nei confronti dell’ambiente, quanto per esaltarne il soggetto. Immergendolo in un ambiente neutro, in modo tale che lo sguardo sia focalizzato esclusivamente su di esso, la concezione di passato viene traslata in presente: l’oggetto è, qui e ora.









IMMAGINARE


La terza fase: l’immaginazione che consiste nello scovare le sue infinite potenzialità.

La modalità di rappresentazione del processo creativo è presentata tramite bozzetti dei possibili oggetti d’arredo disegnati 
a mano libera e le rispettive misure di ogni materiale.

Il processo ha prodotto una sorta di sketchbook, una raccolta di possibilità silenziose da ricomporre e riassemblare attraverso 
la creatività, unendo insieme gli elementi stilistici e strutturali dei materiali trovati. Gli oggetti e i materiali di diversa appartenenza e destinazione d’uso vengono affiancati naturalmente per creare un unico pezzo d’arredo.











Ma se nella mente possiamo immaginare illimitatamente, la realtà ci riporta subito con i piedi per terra.
La creazione effettiva degli oggetti è la quarta ed ultima fase del processo di lavorazione che non è presente nel libro 
ma unicamente nell’esposizione. La motivazione è molto semplice: la funzione del libro è quella di ispirare e far riflettere, 
è un invito a provare il metodo di lavoro utilizzando la propria creatività, perciò non è importante che il lettore visualizzi 
ciò che è stato creato, quanto che venga stimolato a produrre qualcosa di proprio.
Lo scopo di questo lavoro non è quello di fornire risposte o soluzioni universali, ma piuttosto quello di mostrare le risorse 
e le opportunità di ridare forma a quegli oggetti in cui generalmente vediamo solo rifiuti.
Proponendo idee e spunti di riflessione, e unendoli poi alla propria, personale, creatività, ognuno nel suo piccolo può realizzare arredi utili sottraendo i materiali all’inerzia del quotidiano.

La ricerca che guida il progetto presenta una critica di matrice sociale, mette in evidenza i problemi della sovrapproduzione 
e dello smaltimento dei rifiuti, e offre possibilità di cambiamento: spesso chiamiamo rifiuti le cose che abbiamo usato 
in modo inefficiente o inappropriato, perciò l’utilizzo di materiali di scarto, convertiti in nuovi prodotti funzionali,
promuove la creazione di un ciclo organico positivo.





Dalla famiglia alla famiglia.

Perché questa serie di oggetti è traccia del passato,
un passato importante e influente 
che ha riflessi sul presente.
CULLA Ripensare gli oggetti
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Lo scopo di questo lavoro non è quello di fornire risposte o soluzioni universali, ma piuttosto quello di mostrare le risorse e le opportunità di Read More

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